I social media e l’eredità del Covid-19

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L’emergenza Covid-19 ha stravolto la quotidianità e le abitudini di molte persone. La comunicazione digitale è diventata l’unico modo per rimanere in contatto con gli altri, configurando i nostri dispositivi elettronici come le nostre uniche finestre sul mondo.

Oltre all’aumento significativo del tempo trascorso online e dell’attività digitale, la pandemia ha fatto registrare una sensibile crescita dello shopping online, del settore del gaming e, soprattutto, dei social network. In Italia un dato significativo è l’aumento del 70% del tempo di utilizzo di social media come Facebook e Twitter.

Il settore business, inoltre, ha avuto un grande ruolo nel trainare l’innovazione, aprendo nuove opportunità per gli investitori digitali. Pensiamo allo smart-working e alle conference-call, dove le piattaforme dedicate come Zoom hanno visto quintuplicare il loro traffico ma anche le altre piattaforme si sono attrezzate per sfruttare al massimo la domanda proveniente sia dal mondo aziendale che da quello privato: Google Meet, Facebook Messenger Rooms, Whatsapp, Linkedin ecc…

Altre aziende, ancora, sono nate (o ri-nate) proprio in questo periodo di pandemia per rispondere alle crescenti richieste del mercato. Webinar, workshop, interviste e raccolte fondi trasmesse live a ogni ora del giorno e della notte hanno scandito le nostre giornate dal momento in cui non vi erano più eventi reali a cui partecipare.

Anche la comunicazione aziendale è decisamente cambiata. Con lo stop delle filiere produttive, in questi mesi di lockdown, molte aziende hanno dovuto rivedere il proprio piano comunicativo per adottare nuovi contenuti e nuovi toni senza interrompere la propria presenza sui social media.

Le armi vincenti sono state promuovere un senso di comunità e positività e la lotta alle fake-news, pubblicando contenuti che parlassero dell’azienda o presentassero situazioni di vicinanza alle persone colpite dalla pandemia o di ringraziamenti verso il proprio staff che non si è fermato.

La creatività è, poi, un elemento determinante per sapersi reinventare e riposizionarsi in periodi simili.

La relazione con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione è stata quindi potenziata dal virus ma, incredibilmente, potrebbe continuare con la stessa forza anche una volta finita l’emergenza. Un utente su cinque ha, infatti,  dichiarato di essersi abituato alla fruizione di contenuti in streaming e di voler mantenere l’abitudine anche in futuro. Una persona su sette sostiene che continuerà a dedicare lo stesso tempo ai social network anche quando la vita quotidiana ritornerà normale. Ora che stiamo tornando pian piano alla normalità, con la riduzione del tempo libero e la contestuale ripresa dell’attività lavorativa fuori casa, queste intenzioni verranno smentite?

Le nuove abitudini “smart” e le importanti innovazioni tecnologiche introdotte a causa del Covid sono state semplicemente anticipate dall’emergenza e resteranno, come eredità, anche in futuro.

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Tecnologo della comunicazione e consulente informatico nel settore della comunicazione web. CEO di Creative Motion.

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