Il Progetto ‘Dalla Piramide al Cerchio’ diventa un luogo digitale

0
579
Team Guido Zaccarelli

Dalla Piramide al Cerchio diventa un luogo digitale dove fare emergere i talenti delle persone e la dimensione etica e sociale delle imprese.

Il talento è una abilità innata dell’uomo, che si differenzia da individuo a individuo, e che trova la sua vera identità quando è in grado di esprimersi in tutta la sua pienezza. Il contesto, la mancanza di un habitat naturale favorevole, limita l’azione del talento ampliandone, o riducendone, la portata alla sola parte visibile, rinunciando completamente a esporre la sua parte invisibile. Spesso rimane sommerso sotto la linea di galleggiamento del mare senza dare segno e prova di sé. Servirebbe imprimere una spinta verticale dal basso verso l’alto maggiore (pari direbbe Archimede) del peso del liquido spostato, per farla emergere, e renderla disponibile, all’organizzazione.

Impiegare l’immagine dell’iceberg per rappresentare il talento conduce la mente delle persone a valutare con una immagine la dimensione dell’abilità, spesso tenuta nascosta, e al riparo, dalla luce del sole. La perdita economica associata al mancato impiego del talento, pone l’azienda nella condizione di esporsi al mondo esterno alla ricerca di soluzioni alternative. I costi aumentano a dismisura riducendo la disponibilità di risorse finanziarie utili da destinare a presenti e futuri investimenti. La dote sommersa non riesce ad affiorare in superficie grazie alla sola spinta promossa dal welfare aziendale, riconosciuta da molti, come “l’unico strumento per entrare in contatto e disporre del talento dei dipendenti”.

Bisogna agire sul clima  e sul modello organizzativo. La mancata adozione di questi semplici strumenti, non permetterà in nessun modo di accedere al talento di ogni singolo individuo. La dimensione etica e sociale delle imprese avviene quando le imprese decidono di applicare “La Conoscenza Condivisa®, che identifica in modo univoco il comportamento delle organizzazioni che mettono la persona al centro del loro ecosistema. Il punto di partenza è la creazione di luoghi di lavoro felicitanti dove le persone entrano in azienda spinte dal desiderio del fare, e non solo dal bisogno del fare posto in relazione alla retribuzione. Donano la propria conoscenza agli altri e fondano il proprio comportamento sul principio di reciprocità: un dare senza perdere e un prendere senza togliere. La conoscenza sommersa (trattenuta) si scioglie rendendosi disponibile agli altri che trovano giovamento dalla disponibilità offerta dall’incontro con nuove forme di sapere.

Le aziende in futuro dovranno ambire a #essereLaConoscenzaCondivisa, e trovarsi disponibili a convergere verso un modello di organizzazione unico nel quale tutti possono identificarsi per identità e senso di appartenenza e raggiungere una vasta platea di soggetti, per diventare punto di riferimento imprenditoriale e organizzativo non solo nazionale.

Quanto costa all’azienda il fare senza pensare? I costi intangibili legati alla mancata condivisione dei saperi e dell’applicazione naturale della buona volontà, accrescono i costi complessivi dell’azienda, che per mantenere elevato il profilo di competitività, deve continuamente cercare soluzioni per non rimanere intrappolata nelle maglie del fallimento. «La riduzione dei posti di lavoro – sottolinea il Santo Padre Francesco – ha anche un impatto negativo sul piano economico, attraverso la progressiva erosione del “capitale sociale”, ossia di quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile. In definitiva, prosegue, «i costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umani. Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società».

Il progetto nasce per raggiungere questi importanti traguardi, insieme ad un team di persone, che credono in questo progetto che ha deciso di dedicare liberamente il proprio tempo, e senza vincoli di continuità, nello spazio e nel tempo, di promuovere questi valori, tramite l’elaborazione personale di testi e di ricerche, per approfondire ambiti che spesso sfuggono all’occhio anche attento del lettore, per allargare l’orizzonte della riflessione e l’apertura di nuovi fronti di dialogo. Un diario dove dare voce ai talenti delle persone e alle aziende etiche. A Francesco Toscani, Paolo Campedelli, Davide Benatti, Jenny Gherpelli e Francesca Govoni va il mio ringraziamento per aver accolto il personale invito di fare parte del team di questo luogo digitale che abbiamo chiamato “Dalla Piramide al Cerchio”.

Previous articleGuido Zaccarelli
Next articleI social media e l’eredità del Covid-19
giornalista, saggista, docente e consulente aziendale

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here